martedì 15 dicembre 2015

TRE POESIE





Spezzare la crosta secca del consueto
grattando in superficie
fino a trovare l’umido
che linfa o acqua sorgiva
o pioggia penetrata da fessure
scorre a nutrire
piccole creature

è un gesto semplice
da fare con le dita
senza forza o affanno da patire
ma richiede coraggio di Titani

bisogna prepararlo con cura

contare i respiri
rallentare il passo
soffermarsi a guardare
una piccola foglia che trema
lucidare lo specchio
di un cristallo di sabbia
ascoltando le maree che contiene
accarezzare un vecchio gatto
dal pelo arruffato
onorandolo come un re
genuflettersi al primo raggio di sole
accendere una candela
il venerdì sera
alla prima stella

pregare

e poi attizzare un fuoco
che bruci il rimpianto
e su quella cenere costruire una fortezza








 Ho superato la linea
quella sottile
di lana di vetro
è stato un attimo
che ha lasciato il segno
tutto è alle spalle
il prima è scivolato via
il poi mi incuriosisce
il dolore non è più una tenaglia
ma un tarlo leggero
che mangia briciole
di legno
quasi lo nutro
di proposito
per distrarlo

e adesso?

Osare piroette improvvise
prendere appunti
regolare la fiamma
distribuire doni

è arduo il valico
e ghiacciato di sguardi
ma io mi scaldo da sola
con le mie poesie
avvoltolate nella lana.








Prendono forma
all'improvviso
voci
a reclamarmi ascolto
senza chiedere permesso
sovrapposte in musica stonata

le dita scorrono
a dipanare i suoni
dalla matassa ingarbugliata
seta
a volte lino
o tela grezza
possibilmente chiara
fino a comporre gesti
in alfabeto nuovo
che aprono orizzonti
e spaziano nel cielo

questo per me è poesia
casa
riparo
conforto alla paura 
che scompiglia
disegno che contiene
trame e  colori tutti
a impreziosirmi i tratti
e a rendermi presente
al flusso che mi scorre
di sogno e meraviglia.































































Nessun commento:

Posta un commento