domenica 19 novembre 2017

LA MEMORIA DELL'ACQUA (Il mio nuovo libro di poesie)




Scrivere per esprimersi, per consolarsi, per condividere, per lasciare tracce, per perdonare, per perdonarsi, per ricordare, per lasciare andare, per fare ordine, per dare un senso, per trovare la voce, per dare voce, per gridare, per sussurrare, per salvare, per salvarsi, per svelarsi, per fare spazio, per onorare, per ringraziare, per ispirarsi, per denunciare, per dichiarare, per sperimentare, per raccontare, per pacificare, per liberare, per liberarsi, per accogliere, per vivere.


E’ uscita la mia raccolta di poesie dal titolo “La memoria dell’acqua”, pubblicata dalla casa Editrice Robin e distribuita dalle Messaggerie Libri, a sette anni dalla raccolta “ Ofelia non c’è più”, pubblicata dall’ Editore Lietocolle. Fra un libro e l’altro sono successe tante cose e scrivere è diventato per me sempre più un bisogno primario, è parte del mio nutrimento, della mia sussistenza, della mia vita quotidiana. Il libro è corposo, più di 100 poesie, perchè questi anni sono stati intensi, intensi e dolorosi, con sprazzi di felicità e momenti di gioia. “La vita così com’è, nel suo doloroso splendore”, come è scritto nella quarta di copertina. E ho fatto la scelta, a differenza del libro precedente, composto solo da 36 poesie, di organizzare la raccolta in sezioni, quasi fossero delle opere a sé. Ma a ben guardare, fra una sezione e l’altra ci sono rimandi, richiami, in un flusso a mio parere coerente, che mi racconta, senza etichettarmi, ma rivelando l’impermanenza e lo scorrere delle emozioni e degli avvenimenti. Una scrittura poetica autobiografica? In parte lo è, certamente, ma non vorrei che l’aspetto autobiografico diventasse una gabbia. Tutt’al più la trama leggera, la traccia, il filo conduttore che permette alla poesia di farsi spazio, soprattutto nelle azioni minute, nei ricordi nudi, nelle suggestioni. La sezione “Il posto fisso” è quella, a mio avviso, più asciutta, senza fronzoli. La realtà di un lavoro ormai non più amato, spiazzante, noiosa, a volte intrisa di dolore, alla ricerca di un senso che spesso si fa  fatica a trovare. Eppure all’interno di quella realtà, con sguardo attento si possono trovare spunti di tenerezza, di amicizia, di benevolenza, piccoli semi di gioia da proteggere con delicatezza, per farli magari fiorire in ambienti meno aspri e più favorevoli.

Pubblicare un libro è sempre una gioia. Tenerlo fra le mani, sfogliarlo, guardarlo con amore. A partire dalla bellissima copertina, opera della pittrice Germana Galdi,  che secondo me, nella minuziosa e vibrante luminosità del suo acquerello dal titolo “Chili y chocolate” esprime a meraviglia l’intento della mia poesia. La vita, così com’è, nel suo semplice, doloroso e luminoso splendore. E spero che i lettori possano trovare all’interno del mio libro appena nato almeno un po’ di quella luce.

2 commenti:

  1. Sono felice che tu sia riuscita a pubblicare un nuovo libro che spero di leggere. Quanto a me sono due anni che la mia vena e' asciutta .Spero appena superato il guado il fiume ricominci a scorrere anche se di questi tempi son

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  2. Grazie cara, vedrai, la vena non si è esaurità, sicuramente ci saranno correnti sotterranee che presto torneranno in superfice ad alimentarla. Un abbraccio.

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