domenica 24 gennaio 2016

TRE POESIE




I

                         A infilarsi nella vita degli altri                      
Poco a poco
Rimpicciolendosi
Come Alice
Per trovare uno spazio
Regalando sorrisi
Si impara da piccole
Quando vedi che intorno
C’è gelo
E parole che scavano solchi
Allora ti fai trasparente
Non disturbi
Ti rendi quieta
Neppure un lamento
Brava a fare e disfare valige
E a radunare le cose
Lasciando ricordi e giocattoli
Amici e animali
Via si parte di nuovo
Che bello
Stavolta è un ultimo piano
Pochi mobili
Un tavolo
I letti
Un armadio
E sedie spaiate
E una nuova città
C’è il mare
E tramonti infuocati
E un dialetto gentile
Di vecchi a parlare per strada
Seduti davanti alla porta
Sdentati
Ma non basta a placare quel vuoto
Chi sono?
Dov’è la mia casa?
Perché nessuno ci viene a trovare?
E giocare da sola
Per ore
Inventando filastrocche
E aspettando sorprese
Il bello deve ancora arrivare
Arriverà
Ricresceranno i denti
A vecchi e bambini
Riprenderanno colore
Le maschere tristi
 Io aspetto
E mi accarezzo le mani
Mi nascondo la faccia
Dietro i capelli
Spettinata per sempre
E’ il male minore
Incantesimo
Al quale abituarsi
Il mio marchio
Per tutta la vita





II

Quella finestra

cieca

senza la tua faccia

ogni mattina è un tormento

fino alla rivelazione:

posso cambiare strada

posso evitare l’accanimento

occhio che non vede...

perché non averci pensato prima

come topi in gabbia

giriamo sulla ruota

ma la porta è aperta

basta fare un passo

e il sollievo è un respiro

che ci pacifica

e ci scalda il petto.









III

 Abitudini
Che premono
Strattonano
Chiamano
Come sirene
E noi non abbiamo corde
Né tappi di cera
Ma possiamo distrarle
E far loro lo sgambetto
Da qualche parte
C’è un’altra strada
Un altro orologio
Un altro ordine
Di spazio e tempo
Più confortevole
Più adatto
E dopo
Tutto sarà come deve
Il nostro luogo protetto
La nostra radice
La nostra voce
Che canta

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