mercoledì 12 ottobre 2016

HOSPICE (Due poesie)






Non ne ho parlato abbastanza

Di quel mese

Preceduto da giorni e giorni

In attesa

Quella stanza

Dalle albe limpide

Mai viste

Io e te

Come all’inizio

E la culla era la tua

Con le sbarre

Per non farti cadere

Ed io  madre

A spiarti il respiro

Ma tu dormivi serena

Un sorriso al mattino

Come bambina

Puro

E i tuoi passi incerti

L’amore è una spora

Che si moltiplica con gli anni

Di questo sono certa

E si moltiplica ancora



  Con che orgoglio
Mi presentavi "mia figlia”

Solo allora ti brillavano gli occhi

E dopo poi per tua nipote



Gli affetti



Le amiche solo quelle morte

O quelle della guerra

L’ebrea

La russa

La fornaia

Nella tua Torino



A piedi salivi su in collina

Guardavi il fiume

E la piazza coi cavalli

Briosa

Con i capelli ricci

Fermati sulla fronte

E i calzini bianchi

 Il sabato cantavi

Con l’orchestra

Quella canzone spagnola

Che ti ha fatto innamorare

L’età d’oro

Quella dell’incoscienza

E dell’amore

Ti piaceva ricordare

Sulla poltrona di giunco

Rannicchiata storta



È crudele invecchiare?

È la natura

Ma io non te lo perdono

Figurati poi

Essere morta

Allora ascoltami

Facciamo che restiamo

Per sempre così

Tu pallida

Con il rossetto rosso

E mano sulla mia testa

Di bambina

Quasi una miniatura

In quel cortile coi glicini

Io e te

Stessa carne

E stesso sorriso dolce

Gli anni li fermiamo

Come per magia

E tutto il resto

Poi lo cancelliamo.


















































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