lunedì 25 maggio 2015

LE 6 SORELLE. Una storia corta corta





C’era una volta una casa in collina abitata da 6 sorelle. La più grande si chiamava Allegria, la seconda Distrazione, la terza Pigrizia, la quarta Paura, la quinta Impazienza e la più piccola Costanza. I tre fratelli maschi, Entusiasmo, Amore e Perdono, erano da tempo andati a vivere al Nord, e di loro si sentiva molto la mancanza. Al risveglio Allegria spalancava le finestre e iniziava a cantare. Poi di corsa andava a svegliare le sorelle, tirando via le lenzuola dal letto. “Su dormiglione, alzatevi, è una bellissima giornata, e dobbiamo fare un sacco di cose prima che cali il sole!” E se ne andava in cucina a preparare la colazione per tutte.
Pigrizia si alzava sbuffando. “Uffa - diceva- un’altra giornata piena di cose da fare, uffa!” E trascinando i piedi, spettinata, si affacciava in cucina. “Non è ancora pronto?” le chiedeva Impazienza con la faccia corrucciata, sbocconcellando una mela. Costanza nel frattempo si era già rifatta il letto, si era lavata e pettinata e persino profumata  con l’acqua di colonia. Paura se ne stava alla finestra scrutando il cielo. In lontananza aveva visto una nuvoletta scura e questa cosa la spaventava tantissimo: sicuramente sarebbe arrivato il temporale e lei aveva il terrore dei tuoni e dei fulmini, temeva che avrebbero abbattuto la quercia nel cortile, senza parlare poi del vento che sicuramente sarebbe arrivato e avrebbe scoperchiato il tetto della casa... Distrazione reclamava intanto ad alta voce: “Dove sono i miei vestiti? Non li trovo! E i miei occhiali? Dove li ho messi? Costanza mi dai una mano a cercarli?” E Costanza, con un sorriso e la grazia di chi non si perde mai d’animo, le diceva: “Ecco gli occhiali, erano sul comò, e i vestiti, guarda, sono sulla sedia dove li avevi lasciati ieri notte”. E nella sua voce non c’era la minima ombra di biasimo.
Ogni tanto nasceva qualche bisticcio fra Paura, Distrazione e Impazienza.
Succedeva quando per esempio Distrazione dimenticava una pentola sul fuoco e il cibo si carbonizzava spandendo per la casa un puzzo acre di bruciato. Paura iniziava a piangere terrorizzata: “Adesso respireremo qualche brutta sostanza che ci farà male e ci dovranno portare all’ospedale! Distrazione, è sempre colpa tua, tu fai i danni e a noi tocca rimediare. E se andava a fuoco la casa?” Impazienza invece si arrabbiava perchè aveva fame e il pranzo era andato in fumo: “E adesso cosa ci mangeremo? Ho fame, ho fame! E prima che prepariamo il pranzo chissà quanto tempo ci vorrà e io non ho nessuna voglia d’aspettare!" Distrazione borbottava offesa in un angolo: “Sempre la colpa a me! Se tu Paura non mi avessi distratta con le tue preoccupazioni su cataclismi e temporali, io non mi sarei dimenticata della pentola sul fuoco, Uffa!” Ma per fortuna arrivavano Allegria e Costanza e tutto si risolveva in un battibaleno. “Su, su, in fondo non è successo niente, mettiamo un po’ di musica per rallegrarci un po’. Appena mangiato ce ne andiamo a fare una bella passeggiata nel bosco. E’ periodo di more, ne raccoglieremo un bel cesto e poi faremo la marmellata!” diceva Allegria, mentre Costanza, senza battere ciglio si era già messa il grembiule davanti e stava tagliuzzando le verdure per fare una buona minestra  e Pigrizia, sbadigliando, si alzava dal sofà.

Insomma le 6 sorelle, ognuna con il proprio carattere e le proprie caratteristiche, convivevano in armonia e la vita scorreva in maniera lieve. Quando a Natale arrivarono  anche i tre fratelli l’armonia divenne ancora più completa. Entusiasmo si mise a giocare con Paura e la rassicurò: niente di male sarebbe potuto accaderle, doveva solo avere un po’ più di fiducia e stare tranquilla. E riuscì a farla ridere a crepapelle facendole il solletico, tanto che le rimase un bel sorriso stampato sulla faccia. Amore si dedicò a calmare Impazienza: la portò a fare una passeggiata e le insegnò a camminare lentamente, coordinando i respiri con i passi. Le spiegò che ogni volta che aveva voglia di fare qualcosa in fretta, doveva fermarsi e mettersi semplicemente a respirare. E dopo avrebbe potuto intraprendere le azioni scelte con più calma. Perdono parlò a lungo con Pigrizia: non doveva sentirsi in colpa se non era sempre attiva come le sue sorelle. Con l’aiuto di Costanza e di Allegria sarebbe presto  riuscita a essere più organizzata e leggera, senza stare a rimuginare troppo, perdendo così altro tempo. E infine si rivolse a Distrazione: “ Devi imparare a perdonarti. Per ogni volta che ti dimentichi di qualche cosa o perdi qualche oggetto. E vedrai, piano piano, allenandoti all’attenzione, potrai migliorare...” 
“Perdonarmi? Ma io sapevo che si dovevano perdonare gli altri e non se stessi!” 
E Perdono le disse che perdonare se stessi, proprio quello era il segreto della felicità.

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