mercoledì 20 maggio 2015

RAP '70





Di quegli anni venati di rosso passione, allegria, spensierata anarchia, ricordo l’odore di  patchouli e d’inchiostro, di nebbia e di vino, e di mandarino a profumare le stanze spalancate alle idee, serate fumose a parlare di tutto, cortei, occupazioni, slogan e canzoni di Dylan, Guccini, di Jara e degli Inti Illimani, fratelli fuggiti dal buio, e poi i viaggi, con tasche leggere e zaini pesanti, nottate sul mare aspettando l’aurora, gli amori sofferti e scoppiati, la coppia si apre, il dolore, gli esami, i ventotto sudati, facciamo assemblea, il privato è politico, dobbiamo lottare, questo mondo che soffre e che grida   lo faremo migliore, il Vietnam, il pane e le rose, gli zoccoli duri di cuoio, i capelli coi ricci, mangiamo da me, il riso integrale, ma l’amore cos’è? leggiamo un po’ Sartre e la De Beauvoir e anche Lee Master, rifiutiamo il sistema e la gente normale, sei troppo borghese, cioè, al limite hai anche ragione, sì, non so, forse no, parole mangiate, andiamo in Olanda in piazza Dam o in un' isola greca a bere retsina e a ballare il sirtaki, adesso mi  piaci, vuoi stare con me? sì, non so, forse sì, ma tu sei fedele? domanda bambina, apriamo le danze, poi dopo chissà,  faremo un lavoro per niente banale, scrittore, regista o inviato speciale oppure gli artisti, vivremo in un loft o in una comune fra galline e conigli, tessendo tappeti di lana cardata coi piedi mai stanchi, venderemo gioielli di pietra di lava, tutta la vita abbiamo davanti… che strano… fra sogni e canzoni, lacrime e baci, facciamo la pace? Il tempo è volato. Peccato

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