Di quegli anni
venati di rosso passione, allegria, spensierata anarchia, ricordo l’odore di patchouli e d’inchiostro, di nebbia e di vino, e di mandarino a profumare le stanze spalancate alle idee, serate fumose a
parlare di tutto, cortei, occupazioni, slogan e canzoni di Dylan, Guccini, di
Jara e degli Inti Illimani, fratelli fuggiti dal buio, e poi i viaggi, con
tasche leggere e zaini pesanti, nottate sul mare aspettando l’aurora, gli amori sofferti e scoppiati, la coppia si apre, il dolore, gli esami, i ventotto
sudati, facciamo assemblea, il privato è politico, dobbiamo lottare, questo
mondo che soffre e che grida lo faremo migliore, il Vietnam, il pane e le rose,
gli zoccoli duri di cuoio, i capelli coi ricci, mangiamo da me, il riso
integrale, ma l’amore cos’è? leggiamo un po’ Sartre e la De Beauvoir e anche
Lee Master, rifiutiamo il sistema e la gente normale, sei troppo borghese, cioè,
al limite hai anche ragione, sì, non so, forse no, parole mangiate, andiamo in Olanda in piazza Dam o in un' isola greca a bere retsina e a ballare il
sirtaki, adesso mi piaci, vuoi stare con me? sì, non so, forse sì, ma tu sei
fedele? domanda bambina, apriamo le danze, poi dopo chissà, faremo un lavoro
per niente banale, scrittore, regista o inviato speciale oppure gli artisti,
vivremo in un loft o in una comune fra galline e conigli, tessendo tappeti di
lana cardata coi piedi mai stanchi, venderemo gioielli di pietra di lava, tutta
la vita abbiamo davanti… che strano… fra sogni e canzoni, lacrime e baci, facciamo la pace? Il tempo è volato. Peccato
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