Con che sguardo guardiamo le
cose? Puro? Prevenuto? Condizionato? Curioso? Diffidente? Aperto? Possiamo
reimparare a guardare come fanno i bambini? Con meraviglia e curiosità, senza
giudizio?
Una semplice passeggiata, se ci soffermiamo a guardare quello che
abbiamo intorno come se lo vedessimo per la prima volta, può diventare
un’esperienza nutriente e rigenerante. Ogni albero è diverso dall’altro, ogni
nuvola, ogni passaggio di luce, ogni
scorcio. Il momento in cui osserviamo le cose e le sperimentiamo è unico:
non ci sarà mai più quella combinazione di oggetti, suoni, profumi, luci.
Perché le cose cambiano di momento in momento e l’illusione che siano
sempre uguali, non ci fa che del male. Perché è un’illusione che ci
ancora al
passato o ci proietta nel futuro, luoghi temporali che non esistono.
Quello che
esiste è solo questo unico momento, con tutto quello che lo
attraversa. Impariamo a stare nel flusso. E così, come il cielo, che non è
mai lo stesso,
anche le nostre emozioni sono destinate a fluire, a cambiare.
Se monitorassimo
nell’arco di una giornata i nostri pensieri e i nostri stati d’animo, potremmo
accorgerci che cambiano di continuo e non li possiamo fermare. Ma questa è una
bella notizia, non deve spaventarci. E’ come fare surf, le onde, anche quelle più imponenti, si
possono cavalcare e ci si può divertire un mondo. Se ci svegliamo tristi magari
dopo qualche ora non lo siamo più e la rabbia che a volte proviamo, se non la
alimentiamo, poi svanisce, non c’è più. Dov’è andata? Nel grande Mare delle
emozioni, che a volte è calmo, a volte è agitato, a volte freddo e minaccioso,
altre volte tiepido e accogliente. Non attacchiamoci spasmodicamente agli
avvenimenti. Sono solo fenomeni, poi passano: quello che ci ha fatto molto
soffrire, un giorno ci farà sorridere oppure la ferità brucerà un po’ quando
cambia il tempo e allora dovremo prendercene cura. Come? Con la dolcezza, la
pazienza, il lasciare andare. Lasciare andare cosa? Il risentimento, il
rimuginio, il senso di colpa o di vendetta. Basta. E’ una parola magica che a
volte dovremmo dirci, a voce alta, quando nella nostra mente si sta proiettando
un brutto film, con scene del passato o anticipazioni catastrofiche sul futuro.
Basta. Cosa posso fare in questo momento? cosa c’è da fare in questo momento?
Le cose semplici, le semplici cose di tutti i giorni, le azioni minime, quelle,
ci possono salvare. Mettendo attenzione e cura in tutto quello che
facciamo, aiutati a volte, quando ce lo
possiamo permettere, dalla lentezza e dal silenzio, togliamo energia alla mente dispettosa che rimugina o minaccia o
giudica. Basta. E allora si apre un grande spazio, uno spazio luminoso e calmo,
in cui entrano finalmente le cose belle, i pensieri salutari, la gratitudine. E
proviamo finalmente pace.
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