domenica 21 giugno 2015

IL GRANDE MARE

Con che sguardo guardiamo le cose? Puro? Prevenuto? Condizionato? Curioso? Diffidente? Aperto? Possiamo reimparare a guardare come fanno i bambini? Con meraviglia e curiosità, senza giudizio?
Una semplice passeggiata, se ci soffermiamo a guardare quello che abbiamo intorno come se lo vedessimo per la prima volta, può diventare un’esperienza nutriente e rigenerante. Ogni albero è diverso dall’altro, ogni nuvola, ogni passaggio di luce, ogni  scorcio. Il momento in cui osserviamo le cose e le sperimentiamo è unico: non ci sarà mai più quella combinazione di oggetti, suoni, profumi, luci. Perché le cose cambiano di momento in momento e l’illusione che siano sempre uguali, non ci fa che del male. Perché è un’illusione che ci ancora al passato o ci proietta nel futuro, luoghi temporali che non esistono. Quello che esiste è solo questo unico momento, con tutto quello che lo attraversa. Impariamo a stare nel flusso. E così, come il cielo, che non è mai lo stesso, anche le nostre emozioni sono destinate a fluire, a cambiare.
Se monitorassimo nell’arco di una giornata i nostri pensieri e i nostri stati d’animo, potremmo accorgerci che cambiano di continuo e non li possiamo fermare. Ma questa è una bella notizia, non deve spaventarci. E’ come fare  surf, le onde, anche quelle più imponenti, si possono cavalcare e ci si può divertire un mondo. Se ci svegliamo tristi magari dopo qualche ora non lo siamo più e la rabbia che a volte proviamo, se non la alimentiamo, poi svanisce, non c’è più. Dov’è andata? Nel grande Mare delle emozioni, che a volte è calmo, a volte è agitato, a volte freddo e minaccioso, altre volte tiepido e accogliente. Non attacchiamoci spasmodicamente agli avvenimenti. Sono solo fenomeni, poi passano: quello che ci ha fatto molto soffrire, un giorno ci farà sorridere oppure la ferità brucerà un po’ quando cambia il tempo e allora dovremo prendercene cura. Come? Con la dolcezza, la pazienza, il lasciare andare. Lasciare andare cosa? Il risentimento, il rimuginio, il senso di colpa o di vendetta. Basta. E’ una parola magica che a volte dovremmo dirci, a voce alta, quando nella nostra mente si sta proiettando un brutto film, con scene del passato o anticipazioni catastrofiche sul futuro. Basta. Cosa posso fare in questo momento? cosa c’è da fare in questo momento? Le cose semplici, le semplici cose di tutti i giorni, le azioni minime, quelle, ci possono salvare. Mettendo attenzione e cura in tutto quello che facciamo, aiutati a volte, quando ce lo possiamo permettere, dalla lentezza e dal silenzio, togliamo energia alla mente dispettosa che rimugina o minaccia o giudica. Basta. E allora si apre un grande spazio, uno spazio luminoso e calmo, in cui entrano finalmente le cose belle, i pensieri salutari, la gratitudine. E proviamo finalmente pace.

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