martedì 1 novembre 2016

AI MIEI 4 MAESTRI (Natalia Ginzburg, Mario Luzi, Dacia Maraini, Julio Monteiro Martins)







L’ho incontrata in una macelleria

A Sperlonga

Un’estate

Le ho forato la nuca

Con gli occhi

Finché non mi ha guardata

Solo un attimo

Lessico familiare

Di sette braciole

Figli e nipoti in vacanza

Lei stanca

Come ha avuto a dire

In un racconto

Tutti distratti

E presi dal mare

Le piccole virtù

Delle sue pagine care





Era il mio professore

Di Letteratura francese

All’Università

All’esame mi ha dato 27

L’Assistente era severo

Lui aveva un pozzo azzurro

Nello sguardo

Puro

D’innocente

Ancora non sapevo

Quanto fosse Poeta

Ma poi l’ho incontrato

Alle Giubbe Rosse

Elegante e dinoccolato






Aveva dolore a un anca

Matita blu

Sciarpa azzurra

Gonna a pieghe

E i riccioli biondi

Ben acconciati

Come una bambola di biscuit

Scarso senso dell’umorismo

E una voce delicata e sottile

Tre giorni a scrivere

E a sentirla raccontare

Di scrittura e donne

Di quanto ci fossimo

Sacrificate

E infine ribellate

Usando parole

Acuminate e taglienti

Che grondavano sangue

Batticuore

Tumulto

Quando mi ha detto

“A te piacciono i bei finali, vero?”






E infine Julio

L’uomo pacato e gentile

In quel casolare

In Umbria

A scrivere

Racconti

Mi ha insegnato

Ad allenare la voce

Senza mai barare

Discreta e asciutta

Senza orpelli

E ad amare Flannery O’Connor

E le scritture del mondo


 



Natalia, Mario, Dacia, Julio

Conosciuti o solo sfiorati
E tutti a parte una
Partiti per il Viaggio
 Mi avete insegnato il fuoco

E a non temere

Di bruciarmi

Con parole sincere

Cercando quella musica

Quella perfezione imperfetta

Che davanti al foglio

Ti fa tremare la mano

E battere il cuore

Come di fronte all’amato.




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