lunedì 20 aprile 2015

ABBIAMO BISOGNO DI MAESTRI



Abbiamo bisogno di Maestri. Lungo il corso della vita, se siamo fortunati e attenti, potremo incontrarne tanti. Ma non hanno mai lo stesso aspetto e spesso possono manifestarsi nelle forme più strane. A volte sono persone, altre volte possono essere libri o oggetti, altre volte sono animali. Accade quotidianamente che, se ci mettiamo in ascolto, la natura, in tutte le sue meravigliose manifestazioni, possa diventare la nostra Maestra più vigile e presente.
L’importante è comunque sapere che dobbiamo imparare e che questo compito non può certo esaurirsi con la nostra formazione scolastica. Si impara e si studia per tutta la vita. E chi non lo fa è costretto a vivere nell’abitudine e nella calma piatta. Sarà la vita stessa a volte a scuotere e a insegnare anche a quelle persone che credono di non aver bisogno di imparare. E la lezione, arrivata all’improvviso, sembrerà severa, addirittura crudele.

Alle elementari, a Cagliari, avevo una maestra che adoravo. Ma io non ero la sua preferita. Lei preferiva un maschietto un po’ turbolento, rosso di capelli, dalle ginocchia eternamente sbucciate. E io per farmi accettare cercavo di essere brava e di fare i compiti nel migliore dei modi. E ricordo con gioia i suoi “bravissima” scritti in rosso sul mio quaderno, che mi facevano battere il cuore. E’ stato così che ho imparato la bellezza delle parole, l’armonia della punteggiatura, la gioia di scrivere, con la mia bella penna stilografica a cartucce che poi riponevo con cura nell’astuccio. Ecco, dalla mia maestra, che si chiamava Michela, ed era giovane e bella e profumava di fiori, ho imparato la cura e l’amore per la scrittura.

I libri sono stati i miei maestri nascosti. A 7 anni leggevo i libri di mia madre. Avevano una copertina verde, e facevano parte di una collezione di autori di tutto il mondo: Steinbeck, Hemingway, Pearl Buck, Bernanos, Algren. Mi immergevo in quelle letture, capendo naturalmente solo una parte della trama, che a volte era molto complessa e forse non adatta a una bambina di quell’età. Ma la bellezza delle parole, la loro luminosità e precisione, il descrivere luoghi e persone facendomeli quasi vedere...quella per me era magia. I libri mi hanno insegnato l’amore per le storie e dopo quelli verdi ne sono venuti molti altri ancora. Adesso fra di loro i miei maestri preferiti sono i libri di poesia

E poi c’è stato il cinema. I miei genitori mi hanno portato molto presto al cinema e da subito sono rimasta incantata dalle meraviglie del grande schermo. Potevo piangere e ridere, immedesimarmi nei personaggi, divertirmi o commuovermi, raramente annoiarmi, cosa che mi accadeva guardando film di guerra. Quelle che proprio detestavo erano le storie ambientate sui sommergibili.

Il cinema mi ha insegnato che il mondo è grande e che a volte niente è come sembra.

E siccome il mondo è grande, allora bisogna viaggiare. Possibilmente in modo avventuroso. Quando avevo vent’anni quel modo era l’autostop. Con Lena, la mia migliore amica, abbiamo viaggiato per tutto il sud e le isole, incontrando persone e luoghi meravigliosi. Libertà, un misto di sana incoscienza e allegria, e tanta fiducia nella gente,
nelle situazioni, nella vita: questi erano gli ingredienti dei nostri viaggi. Niente di brutto ci sarebbe potuto accadere. E così è stato. Dall’ autostop ho imparato cosa sono la gentilezza e l’ospitalità e che dappertutto c’è qualcuno disposto ad aiutarti. E i viaggi successivi hanno continuato ad avere come matrice comune il gusto della scoperta e dell’avventura.

E poi le persone. Mio padre mi ha insegnato l’allegria e la fiducia. Mia madre il senso di responsabilità e la sincerità. I miei nonni la tenerezza e l'accudimento. I miei amici, sono troppi per elencarli tutti, la fratellanza. Mia figlia l’amore incondizionato. Quello che cresce di giorno in giorno.  A volte, un estraneo, incrociato per pochi attimi, può darci una lezione di vita. Un signore gentile a Carbonia, aiutandomi a cercare la casa di un mio amico d’infanzia, mi ha citato una frase del filosofo sardo Remo Bodei che mi ha fatto capire che spesso andare a cercare il passato è un modo per non stare pienamente nel presente. Ed era quello che stavo facendo. E la mia amata vicina di casa Wanda mi ha dato delle grandi lezioni sulla riservatezza, la gentilezza e la generosità. Il mio cane Ugo e il mio gatto Pallino, che non ci sono più, mi hanno insegnato l’amore puro, la cura (che ci scambiavamo reciprocamente), la tenerezza, la semplicità, la gratitudine. Lucy la mia gatta, trovata ai piedi di un cassonetto, mi sta accompagnando negli anni della maturità avanzata, insegnandomi la bellezza della quiete, del silenzio, del semplice stare insieme. E poi ci sono i miei Maestri spirituali e di scrittura, che a volte coincidono. E gli alberi, la terra, il mare, le montagne. La Natura in tutte le sue forme. Di questo avrò modo e tempo di parlare.









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