domenica 5 aprile 2015

NELLE CASE DOVE CI SONO BAMBINI

Nelle case dove ci sono bambini non c’è mai ordine. C’è un disordine allegro, vitale, fatto di oggetti colorati, che occupano tutti gli spazi, ceste, cassetti, mensole, tappeti… I salotti diventano ludoteche e parchi giochi. Tricicli e macchinine ci fanno inciampare, trottole abbandonate attentano ai femori delle nonne, disegni con principesse dai cappelli a punta e alberi dalle grosse radici e dalle rosse mele, sono appiccicati dappertutto: sul frigorifero, sugli specchi, sulle pareti, sulle ante degli armadi.

E spesso su qualche muro ci sono le linee colorate che indicano la crescita mensile dei nostri piccoli. Le case dove ci sono bambini sono allegre e hanno un buon odore: di banana e mandarino, di colla, di caramella, di shampoo antilacrime, di talco, di biscotto o di crostata.

Le madri dei bambini piccoli sono spesso spettinate e hanno piccole macchie di farina sulle gonne o sui jeans. A volte si dimenticano di truccarsi o forse non ne hanno il tempo e può capitare che abbiano le occhiaie. I divani sono pieni di cuscini e di gormiti, dinosauri o barbie spettinate e spesso il pomeriggio la televisione è accesa, anche se nessuno la guarda. Nei bagni ci sono pulcini di gomma e pesciolini e sempre nella vasca il tappetino antisdrucciolo e davanti al lavandino un panchetto o una seggiolina. Nelle cucine, grossi pacchi di merendine, soprattutto quelle con le figurine e ovetti di cioccolata con le sorprese. Sui vetri delle finestre ci sono degli adesivi e quando c’è il vapore emergono strani ghirigori e firme svolazzanti. Le scarpe dei bambini sono dappertutto: scarponcini e ballerine, galosce e stivali foderati di pelliccia, scarpe da tennis dall’odore imbarazzante e infradito con le stelline. Non c’è verso di tenerle in ordine, sempre fanno capolino, a volte senza lacci, e sembrano dirci che bisogna muoversi, bisogna uscire…

Le case dove ci sono i bambini sono il dono più grande. Ce ne rendiamo conto quando i nostri figli crescono e si rintanano nelle loro stanze, quando non rientrano più a cena e quando mettono tutto negli scatoloni, un po’ alla volta, così fa meno male, e si trasferiscono nella loro prima casa di studenti. A volte ritornano, con grosse valige e gli oggetti acquistati nel frattempo, ma non ci illudiamo, stanno per andarsene di nuovo, è giusto così, è la vita, e per un po’ terremo la loro stanza chiusa, la arieggeremo ogni tanto e la prepareremo per quando vengono a trovarci per le feste. Ogni tanto se ne porteranno via un pezzo fino a che non rimarrà che una stanza triste, senza senso, con i mobili spaiati. E una mattina decideremo che quel meraviglioso affaccio sulle rovine romane e sul mare merita di essere goduto da qualcuno e che sì, non sarebbe male aprire un b&b e chiamarlo “camera con vista”.

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