Tu sei la radice
Il riverbero dell’acqua
La voce che risuona
Il cibo buono
Il riposo dopo pranzo
L’affanno del rimpianto
Le mani bianche
E il petto
I fianchi forti
A sostenere il peso
Di tutti i tuoi malanni
E i passi lenti
Piccola formica
A cercare l’ordine
Il ricamo
Delle cose
Così come dovrebbero
Essere
A portata di mano
E di occhi
Ti ho inseguita
Per tutte le stagioni
Bambina
Ragazza
E infine donna
Tu ormai vecchia
Anche se non è
La giusta definizione
E io a chiederti carezze
Poi ho allentato la presa
Tu c’eri
Anche se distante
Non mi sfuggivi più
Le tue parole
Erano i lacci
Che ci tenevano legate
Accoccolata
Ti ascoltavo
Facendomi spugna
Che assorbe tutta l’acqua
E si gonfia d’amore
Da strizzare il giorno
Del silenzio assoluto
Per bagnarmi di
quella nostalgia
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