martedì 23 maggio 2017

CHI SIAMO NOI?




Chi siamo noi? E  gli altri come ci vedono? E quanto ci trasformiamo nel rapporto con gli altri, conformandoci di volta in volta alle nostre e loro proiezioni, percezioni, paure? E siamo sicuri di essere sempre autentici, sinceri, noi stessi, quando siamo in relazione con qualcuno?  Sono convinta che se si girasse un video di una conversazione fra noi e qualche amico, risulterebbe di noi un’immagine frammentata, quasi schizofrenica. Con un amico siamo seri, attenti, ascoltiamo pazienti i suoi discorsi, presi da ammirazione e stima. Con un altro diventiamo bisognosi e lamentosi, subissandolo di lamentele e richieste di sostegno. Con un altro ancora diventiamo quasi dei clown, avendo scoperto che riuscire a farlo ridere ci fa sentire migliori. A un altro dispensiamo consigli e condotte di vita da imitare, sempre molto sagge ed equilibrate, diventando all’improvviso dei guru e dei maestri. Con qualcuno parliamo solo di viaggi e ristoranti. Con qualcun altro solo di arte, letteratura e cinema. Con altri ci piace spettegolare, provando un piacere sottile che poi, una volta a casa ci farà sentire leggermente, ma solo leggermente, in colpa. E che dire poi degli incontri casuali, fatti in viaggio o a casa di amici? Si buttano lì, con noncuranza, aneddoti che ci facciano subito inquadrare come persone interessanti, che hanno avuto una vita piena di avventure.

Tutto questo per dire cosa? Che siamo tutti, ma proprio tutti, bisognosi d’amore e di attenzioni. E che come bambini che chiedono “Vuoi giocare con me?” facciamo sfoggio delle nostre abilità per avere in cambio considerazione, accettazione, e uno sguardo benevolo.
Ci paralizzano l’indifferenza e la freddezza e allora a volte sfoderiamo armi acuminate, quali l’ironia, il sarcasmo, l’erudizione,  che teniamo di riserva  e utilizziamo nei casi più disperati, ma sono appunto armi, che possono anche ferire se usate in maniera poco abile e maldestra. Che sollievo sarebbe poter essere sempre quello che siamo! Nudi nella nostra umanità, autentici, sinceri, senza dover per forza conformarci ad aspettative e pretese. Se a qualcuno non piacciamo, pazienza! Pochi amici ma buoni. Quelli con i quali si possa parlare, ma anche stare in silenzio. Quelli ai quali si possa dire “oggi sono triste, ho bisogno di essere ascoltato”, sapendo che quando sarà il loro turno noi ci saremo. E quelli che ci accettano così come siamo, imperfetti e impauriti, timidi e a volte sbruffoni, fragili e forti, avventurosi e abitudinari. Noi, così, come siamo.  

lunedì 1 maggio 2017

TUTTO QUESTO TEMPO 4




 Si può recuperare il tempo perduto? E si può rimediare agli sbagli, prendendone prima coscienza, sia pure con dolore, per poi perdonarsi e perdonare? Si può amare in ritardo? E per ritardo intendo fuori dagli abituali schemi temporali e dagli stereotipi: amare un figlio che non ci aspettavamo, perché ormai fuori tempo, oppure amare per la prima volta un figlio adulto, che avevamo dimenticato di avere, o infine provare, in un’età in cui da molto tempo si è abituati a vivere solo del passato, quello smarrimento felice, quello stato di grazia che si chiama amore?



Di tutto questo si parla nel mio romanzo “L’amore tardivo”, ma anche di amici che sono come fratelli, della passione per l’arte che aiuta nei momenti più bui a dare voce al dolore, della meraviglia di crescere un bambino, della gioia di ritrovare il proprio figlio che credevamo perduto, della bellezza delle piccole cose e dei gesti quotidiani che ci sostengono e illuminano le nostre vite. Sono arrivata a metà percorso del progetto di “Crowdfunding” e il mio libro verrà pubblicato grazie al vostro sostegno. Chi vorrà conoscere le storie di Giorgio, Ada, Eugenia e Giancarlo, potrà aderire al progetto. E chissà, visto che ho scritto anche la sceneggiatura, non ne possa venire fuori un film. Dopo aver visto “ La tenerezza” di Amelio ed esserne rimasta colpita e incantata, penso che un attore come Renato Carpentieri, con la sua umanità, la sua apparente ruvidezza, la sua, appunto, tenerezza, potrebbe essere un Giorgio perfetto. Grazie a chi vorrà condividere con me questa avventura.