domenica 28 febbraio 2016

IO COLLEZIONO FINESTRE




 Io colleziono finestre
le rubo all’aria e al tuono
ne colgo i mutamenti
fragili di riflessi
o di acqua che scorre
lungo il vetro

disegno arabeschi
col tepore del mio fiato
e lascio sgocciolare
come traccia
la mia firma evanescente
che svolazza

è un film diverso a ogni ora

tempeste al largo
con le isole su un fondo
che è infuocato

lampare di notte illuminate

lune sgualcite
coricate sopra un fianco
e soli sfacciati in rosso
di broccato

una colomba bianca
plana su una tegola spezzata
è sempre la stessa
sembra di porcellana
e un campionario di grigi
ammorbidisce il buio
prima che spaventi

le lascio spalancate
le mie finestre tante
velate semplici di trama
sono nove
è il numero perfetto
a farmi benedire dalla luce.

giovedì 18 febbraio 2016

GLI ABBRACCI NON SONO MAI TROPPI




Gli abbracci non sono mai troppi. E’ vero. Lo dicono anche gli scienziati. Secondo la psicoterapeuta americana Virginia Satir ce ne vorrebbero almeno 4 al giorno per star bene e 12 nei momenti di difficoltà e di dolore. E non sono numeri a caso. Quando ci abbracciamo il nostro organismo produce endorfine, sostanze che ci danno una sensazione di benessere, e ossitocina, l’ormone dell’accudimento e della cura, l’ormone della tenerezza. L’abbraccio è il primo contatto che abbiamo con nostra madre quando veniamo al mondo e, per tutta la vita, la memoria di quella sensazione di assoluta sicurezza e appagamento ci spinge a  desiderare di ricevere e dare abbracci. C’è chi è più portato verso questo semplice gesto e chi invece si sente bloccato e, se lo fa, il suo è un abbraccio rigido e frettoloso, oppure di circostanza. Eppure il vero abbraccio, quello salutare e consapevole, quello che fa star bene chi lo fa e chi lo riceve, è un abbraccio che richiede attenzione, presenza, calore e non è una pura formalità, tipo quello che si scambiano a volte i politici in occasione di visite ufficiali. Come pure quei baci distanti dati sulle guance, come belle statuine, per poi pulirsi con un gesto furtivo. Il vero abbraccio è quello che avvolge, che accoglie l’altro, che indugia e che ci fa riprovare quella sensazione che rassomiglia alla felicità, di quando eravamo bambini. Un ragazzo australiano qualche tempo fa ha ideato la campagna “Free Hugs”, abbracci liberi: in mezzo alla strada, con un cartello al collo, offriva abbracci alle persone che desideravano essere abbracciate. E molte persone si sono prestate a questi abbracci spontanei, liberi, dati per dimostrare vicinanza, fratellanza, conforto. E questa campagna in un batter d’occhio si è diffusa in tutto il mondo.
Lucy
E poi c’è Amma, la ricercatrice spirituale indiana, che da anni gira per il mondo ad abbracciare la gente. Finora ha abbracciato 26 milioni di persone, per dimostrare e condividere l’amore per tutte le creature, con questo gesto materno, di pura accoglienza e accettazione. Nella tradizione di Thich Nhat Hanh, monaco Zen vietnamita, alle altre pratiche di presenza mentale, si affianca quella dell’abbraccio consapevole che di solito ci si scambia all’interno dei ritiri di meditazione. E’ un abbraccio che ha la durata di almeno tre respiri, durante i quali si assaporano appieno la vicinanza reciproca e il calore della presenza mentale: sono qui per te, sono felice che tu ci sia, vivo, in questo momento che è così prezioso e di cui possiamo godere. E una pratica del genere è assolutamente rivoluzionaria, in quanto fa di un gesto così semplice un gesto sacro, come dovrebbero essere tutti i gesti della nostra vita, se fatti in consapevolezza. E che dire degli abbracci che offriamo ai nostri animali? Hanno la stessa valenza, lo stesso significato. E le sensazioni di tenerezza che proviamo quando loro ci si accucciano in grembo o addirittura, come spesso accade con cani e gatti, ci abbracciano, fanno bene alla nostra salute, alla nostra anima e ci scaldano il cuore. E quindi abbracciamoci sempre di più, regaliamoci questa semplice esperienza, riconosciamoci reciprocamente nel nostro bisogno di dare e ricevere affetto e di mostrarci all’altro così come siamo, fragili, aperti, indifesi. Semplicemente umani.

Gli abbracci
non sono mai troppi
quelli respirati piano
a occhi chiusi
 negli aeroporti
lato arrivi
                                                              

le valigie
a incespicare
sulle ruote stanche
con le etichette sfatte
il fiato secco
per il viaggio

“cosa c’è da mangiare?”
si ritorna all’ovvio
dei gesti amati
cucinare
apparecchiare
con la tovaglia buona
ricamata
asciugamani di lino bianchi
in bagno

bentornata.

mercoledì 10 febbraio 2016

TI HO ABBRACCIATA TANTO (tre poesie)



Ti ho abbracciata tanto
Esili le spalle
Ma i fianchi forti
Larghi di quercia
E voce che ingannava
Di ragazza
E questo è il mio sollievo
Ti ho ancora nelle mani
Non mi sei sfumata
Ho impressa nella mia
La pelle tua
Come tatuaggio
E a memoria
Posso risalire
Con perfezione certosina
A quei momenti
Che assaporavo intensi
Perché già sapevo
E non mi ritraevo
Anzi
Da alchimista sapiente
Tutti li distillavo
E l’oro che è rimasto
Brilla inalterato
Riluce nella notte
Ci sei
In altra forma che non vedo
E neppure mi interessa
Libera dalla paura
Allegra
E viva



 Basta il pensiero
si dice
è vero basta un pensiero
infinitamente piccolo
subliminale
e non è un regalo
ma un battito
in più
del cuore
che ha paura
duole
si accartoccia
trema
tutto per un pensiero
che non è reale
non è aria
non è fuoco
non è terra
è un niente
che ci frena
che ci angoscia
che ci preme

e se lo lasciassimo andare?
No grazie
non mi servi
non ora
più tardi forse
ma lasciami
prima respirare
e in quell’aria
libera
che mi concedo
la mente si riposa
e il cuore
riprende il suo battito
regale.


  
Le storie piccole 
Granaglie
Semi
Pulviscolo
Brume
Sono le più tenaci
Scavano cunicoli
E si accomodano al buio
Creandosi uno spazio
In perfetto silenzio
Come se non ci fossero
Eppure basta un niente
Una lacrima
Un fremito
Uno sbuffo di vento
Un cambio di stagione
Una nuvola strana
Una formica
A farle uscire allo scoperto
In forma di ricordo
Che staffila
Quel giorno
Quella parola
Quell’ultimo saluto
All’alba
E un ritorno
Da nemico
Quella valigia mai disfatta

In fila indiana
Una alla volta
Le storie piccole
Creano un esercito
Una marea
E insieme fanno la tua storia
Bene e male intrecciati
In una tela
Cifre ricamate
Strappi
Macchie di vecchio
Forse ruggine
O solo nostalgia


































lunedì 1 febbraio 2016

TI HO DETTO BUGIE (una poesia)




 
Ti ho detto bugie

Bugie buone

Per non preoccuparti

Quella volta non era Bordeaux

Ma Israele

Quando c’era la guerra

E la casa è costata

Parecchio di più

E spesso

Quando chiamavi

Ero in treno

Ma  ti dicevo

Che stavo passeggiando

Sul mare

Una volta ho barato sul tempo

E te ne sei accorta

“Ma qui splende il sole!”

E neppure 
 I miei amori

Quelli maldestri

Ti ho raccontato

Anche se ne ero certa

Mi volevi non sola

E un po’ più divertita

Ma tu mi leggevi nel cuore

"Sei di umore cattivo?"

Chiedevi

E allora per distrarmi

Gridavi

Elencando i tuoi mali

E quanto eri triste

Un espediente

Una lotta

A chi stava peggio

Ma era l’unico mezzo

Che avevi

La rabbia

Il lamento

Ti ho detto bugie

Quando mi hai chiesto “cos’ho?”

E io ti ho fatto un sorriso

“Le solite cose

Non gravi

Starai qui con me

Fino a cent’anni”

Bugiarda.