Non pensavo. E’ stata una
sorpresa, anzi, una rivelazione. Immaginavo che sarebbe stato bello,
emozionante, intenso. Diventare nonna. Sarà un sentimento simile a quello della
maternità, forse un pochino meno turbato da stress e stanchezza, da ansie e
preoccupazioni, così pensavo Un sentimento più saldo, meno caotico, più
equilibrato. E in parte è così. Ma non avevo messo in conto la meraviglia di
tornare indietro negli anni e di sentirmi di nuovo giovane, anzi, senza età, con
molto tempo ancora davanti, libera. E nemmeno il rendermi conto che la piccola
creatura che abbraccio è nuova e antica nello stesso tempo. Ho ripercorso a
ritroso i rami del mio albero genealogico e la prima sera che ho tenuto in
braccio il mio nipotino gli ho presentato, uno a uno tutti i miei antenati, in
un ripasso molto utile che mi ha ricordato ancora una volta quanto la nostra
storia sia così profondamente legata a tutti quelli che ci hanno preceduto, le nostre
radici di carne e di sangue, di memoria. Che adesso si sono
intrecciate ad altre radici, altrettanto robuste e profonde, per creare questo
nuovo alberello.
E un’altra sensazione molto forte che vivo quando sto con lui
è quella di essere veramente, totalmente nel momento presente. Le ore passano e
non mi pesano, ogni momento è unico e speciale e anche le faccende più faticose,
il sonno, la stanchezza, assumono un significato più sacro, più elevato. Il mio
nipotino con il suo respiro, i suoi vagiti, la richiesta imperiosa di cibo, mi
fa essere vigile e attenta come non mai, in un presente che non mi pesa, non mi
sfianca, ma mi arricchisce e nutre, come una linfa preziosa. A volte per farlo
addormentare gli canto delle ninne nanne. Alcune sono vecchie, quelle che mi
cantava mia madre e che io ho cantato a mia figlia (“c’era una volta un
piccolo naviglio”), altre le invento lì per lì, quasi sempre in rima, e questo
cantare giocoso e gioioso pare che funzioni e dopo qualche minuto, a volte mezz'ora, di borbottii
teneri, con il ciuccio in bocca sbilenco, cade addormentato. E allora lo
guardo, gli occhi dal taglio lungo e dalle ciglia di seta, la piccola bocca
perfetta, le mani dalle dita incredibilmente lunghe ed eleganti, chissà, forse
di un futuro pianista, e potrei guardarlo per ore, come si guarda un fuoco acceso, il mare,
un cucciolo di cane o di gatto. La natura, con la sua perfezione, ogni
volta mi stupisce e guarisce. Energia pura, che scorre, che si espande e tutto
trasforma.
E mi riempie di gratitudine.
https://www.youtube.com/watch?v=Una9iDqsm8I
RispondiEliminaCara Elvira, grazie per aver condiviso questa pura gioia e meraviglia. Mi riempi sempre il cuore.
RispondiEliminaGrazie cara, contenta che le mie parole ti arrivino al cuore. Un abbraccio. Elvira
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