Mancano
poco più di tre mesi alla data fatidica. Pensione. L'ultimo giorno
di lavoro, se saprò amministrare bene le ferie rimaste, sarà il 20
dicembre. Chiusura del cerchio. Me ne accorgo solo ora, il mio primo
giorno di lavoro in Comune a Firenze è stato il 20 gennaio, data
scelta da me perché è il giorno di nascita di mio padre. Non voglio
fare bilanci. I bilanci intristiscono perché sono fatti di “dare e
avere” e spesso la bilancia pende da una parte. La solita. Non
voglio neanche pensare che la mia vita sarebbe stata diversa se solo
avessi fatto quel lavoro, quella scelta, non avessi fatto quel
concorso, avessi continuato quella specializzazione ecc. ecc.
Balle. Tutto quello che è accaduto era cosa migliore e la più
giusta che potesse accadere, date le circostanze, i momenti, la
consapevolezza, le forze che erano presenti e giocavano
simultaneamente.Quindi nessuna recriminazione. Anche perché in
tutti questi anni c'è stata lei. La mia vita. Che non era fatta di
solo lavoro. Ma di molto molto altro. Le passioni, le amicizie, gli
affetti, la famiglia, i viaggi, i libri, lo studio, la scrittura, la
ricerca, la spiritualità, la natura, la mia casa, la mia città…
Quindi va tutto bene. Lei, la mia vita continuerà. Con più spazio,
più tempo, più libertà.E non voglio farmi tentare dal pensiero
che il tempo a disposizione, quello che mi aspetta, si sia
oggettivamente e statisticamente ridotto. Il mio tempo lo decido io,
come riempirlo, come assaporarlo, come dargli significato, come non
sprecarlo, come amplificarlo riempiendolo di bellezza. Ecco, da ora
in poi voglio decidere di colmare la mia vita di bellezza. Quella
fatta di piccole cose e grandi sentimenti, di giornate più
consapevoli e più lente, di amicizie coltivate con più cura, di
sogni e passioni da riprendere in mano con tenerezza, di luoghi da
visitare, scegliendo quelli che per mancanza di tempo e di ferie non
ho potuto ancora visitare: la mia amata Cuba che mi aspetta da 38
anni, le caprette del Marocco, i giardini inglesi, il gran Canyon, la
casa di Emily e ancora e sempre Grecia, terra madre e sorella.

Questi
sono i miei intenti. Quelli iniziali. Prometto a me stessa di
mantenerli e ampliarli perché so che la mia curiosità e la mia
voglia di esplorare sicuramente ne faranno nascere di nuovi. E mi
prometto anche che quando mi calerà sullo sguardo quel famoso velo
di rimpianto, semplicemente mi metterò davanti allo specchio e mi
farò un grande sorriso. Acqua passata. Vita nuova. Da ora in poi
solo meraviglia.
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