Avete presente quando siamo
invitati a una cerimonia d’inaugurazione, a una mostra o semplicemente a un
ricevimento di matrimonio e arriva il momento del buffet?
In pochi istanti la gente si
accalca, si spintona e inizia a riempire i piatti fino all’inverosimile (pizzette,
sformati, verdure gratinate, pasticci, creme, fette di salmone o di roast beef....)
e alcuni, per paura che il dolce finisca, riescono a inserire in un angolo
del piatto, accanto alla melanzana alla parmigiana, una fetta di torta St. Honorè.
Eleganti signore con il filo di perle e il cappellino o signori di una certa
età incravattati e con il completo scuro sembrano regredire alla condizione di
selvaggi. Spesso fanno il bis e, con noncuranza, rifanno la fila, scusandosi
con i camerieri e dicendo che è per i loro figli o nipoti. Per quell’occasione
ci si dimentica di analisi sballate e di glicemia e colesterolo, è tutto gratis
e non si può certo rifiutare... E il giorno dopo sono da mettere in conto una
bella emicrania e dei fastidiosissimi bruciori di stomaco. Ma perché tutto
questo? Avidità? Ingordigia? Maleducazione? Di tutto un po’ sicuramente, ma
soprattutto incapacità di scegliere e dire “No grazie, questo non mi serve”. Il
fatto che una cosa sia lì compresa nel prezzo o gratuita, a nostra
disposizione, ci rende il compito più gravoso.
Ma a pensarci bene la stessa cosa
ci accade in molti altri ambiti della vita. Abbiamo una sovrabbondanza di
tutto: stimoli sensoriali, contatti, frequentazioni, oggetti, relazioni
virtuali... E di spazio ne rimane poco. E anche di tempo. Per dire, magari con
un sorriso la fatidica frase “No grazie, questo non mi serve” Ci è diventato
difficile scegliere. Fare acquisti diventa un’impresa, i supermercati sono la
fiera dell’abbondanza e dello spreco. Entriamo con l’intenzione di comprare
quattro cose e usciamo con il carrello pieno. “Mi serviva” ci consoliamo con
questo pensiero, ma in fondo sappiamo che non è vero. E quante volte andiamo a
feste o cene in cui non ci sentiamo a nostro agio, o frequentiamo persone con
le quali sentiamo di non avere molto in comune, o accendiamo la televisione,
così, per inerzia, senza essere interessati a quello che vediamo? Il tempo è prezioso. Come è preziosa la nostra
mente che dovremmo cercare di nutrire, non come davanti a un buffet, alla
rinfusa, di pensieri inutili, preoccupazioni, ansie, ossessioni. Dimenticandoci
completamente del momento presente e del fatto che possiamo SCEGLIERE, oggetti,
persone, pensieri, parole, azioni. Non siamo preda di un incantesimo che ci ha
privato del libero arbitrio. Siamo preda invece di un’illusione che ci fa
credere che solo avendo di più, comprando di più, parlando di più, pensando di
più, saremo integri e completi. Ma noi integri e completi lo siamo già, senza
il bisogno di abbuffarci, di tutto e di più. Proprio come a un buffet. Per
rimanere nella metafora del cibo, proviamo a nutrirci di cibi salutari e
nutriamo la nostra mente di pensieri salutari, scegliamo situazioni e
frequentazioni che ci facciano star bene, in cui ci sia uno scambio affettivo
salutare, coltiviamo la calma e, quando possiamo, il silenzio, per fare spazio
e dare un po’ di riposo alla nostra vita, così confusa, così agitata, che ci
chiede solo po’di tregua, un po’ di pace. Possiamo provarci? Basta iniziare.
Sarà più facile di
quello che pensiamo.
ieri alla 'costellazione famigliare' davanti a me avevo una donna che aveva una maglietta con su scritto " All you need is less . Ce ne vorrebbero tante di quste magliette
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