I
Scolpivi con fervore le dune
assorta rannicchiata intenta
con broncio curioso di scoperta
e mani pasticciate di gelato
muta ai pensieri attenta
al profumo lieve di zagara
e al ronzio di vespe e calabroni
nel tepore di sabbia come cipria
sul paffuto dei piedi
che dimenavi in musica
solo tua contenta
come se regali in eterno Natale
dovessero arrivare
di specchio luminoso
latta o caramella
preziosi semplici per onorare
la tua piccola presenza
e il mare fosse pagato
per cantarti assoli
e concerti di allegria
in clavicembali di vento
e timpani leggeri
da parte di un re
dal cappello di nembi
e tramonti
con la faccia di sole e di incanto.
con la faccia di sole e di incanto.
II
In quel lasso di tempo
In quel lasso di tempo
breve
molto breve
fra la donna
e l’anziana
con tratti da ragazza
s’affaccia lo sgomento.
Lasciare che i capelli imbianchino
in onde morbide
da signora
filo di perle
sorriso mite
e scarpe basse
o tingersi di rosso
sprizzando quel fuoco
che covava
nel ventre del vulcano
nuotare nuda in baie di cristallo
rompere i piatti
in una vecchia taverna
e ammiccare alla luna
pensando al prossimo viaggio
con valige leggere
e abiti di seta
preferisco la seconda
scelta
mi rasserena
e non mi inquietano
gli sguardi ironici
o le piccole grette invidie
di chi non capisce
e ha il cuore rattrappito
il tempo mi chiede di onorarlo
e io non posso
sarebbe veramente un sacrilegio
rifiutare il suo invito
al ballo delle debuttanti.
III
Poco a poco il dolore si fa fiacco
è stanco di soffrire
chiede una tregua
e io lo rassicuro
riposati gli dico
dicono un anno
duri il lutto
due equinozi
e due solstizi
Pasqua
Natale
e Capodanno
dopo
ci saranno compleanni
nascite e regali
e le rondini staranno per tornare
Non mi dimenticare
hai scandito all’improvviso
Come potrei
ti ho detto
con un sorriso finto
ingoiando lacrime e saliva
ma ti è bastato
e il tuo sospiro è stato di sollievo
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