I
Sempre
mi sono
sentita straniera
Mi avevano
detto che l’albero
Si era seccato
Ma un vecchio
cugino
Di secondo
grado
Dagli occhi a
stella
Che ridono
volentieri
Mi racconta
dei nostri avi
Suo nonno
Il mio
bisnonno
È nato
nell’ottocentosessanta
Un anno prima
dell’Unità
Dieci anni
prima della breccia
E dei
bersaglieri
Il mio
trisavolo si chiamava
Gisto
Ha avuto due
mogli
E un numero
infinito di figli
Faceva
l’orefice
Gli altri
Chi costruiva
palazzi
e fontane
Chi faceva
l’infermiere
Chi coltivava
le vigne
Nessun nobile
In quel ramo
Molti hanno
abitato
Su nella parte
vecchia
Io li cercavo
Guardavo
cancelli e portoni
Contavo i
ciottoli
Accarezzavo la
pietra dei leoni
Ho scelto la
casa più in alto
Con tante
finestre
Mi avevano
detto che l’albero
Si era seccato
Ma non era vero
Ha radici
contorte
Che hanno
scavato la terra
E rami nodosi
Che guardano il cielo
II
Amiche sorelle
di spazio e di tempo
di vento
di spazio e di tempo
di vento
che spettina
appena
pensieri e capelli
ancora vi cerco fra gonne
e scialli intrecciati d’azzurro
ricordo gli zoccoli duri
pensieri e capelli
ancora vi cerco fra gonne
e scialli intrecciati d’azzurro
ricordo gli zoccoli duri
di asfalto e
di sasso
a segnare sentieri
a segnare sentieri
di baci e
rimpianti colore del vino
e a riempire valige
e a riempire valige
da disfare
domani
è dolce l’odore di voi che rimane
appena speziato di sole e di sale
io sono la stessa soltanto più stanca
appena quel poco per dire un po’ basta
grazie del dolce che siete
amiche sorelle di viaggi e scrittura
grazie dei doni fruttati
nei cesti di aria e di trina
a farmi sentire bambina
incolpevole a volte di tanta allegria.
è dolce l’odore di voi che rimane
appena speziato di sole e di sale
io sono la stessa soltanto più stanca
appena quel poco per dire un po’ basta
grazie del dolce che siete
amiche sorelle di viaggi e scrittura
grazie dei doni fruttati
nei cesti di aria e di trina
a farmi sentire bambina
incolpevole a volte di tanta allegria.
Una signora grossa
dallo sguardo buono
la pratica è noiosa
si è intoppata
io l’aiuto a districare i fili
chiedo consiglio
telefono
risolvo
lei mi è grata
io mi schermisco
ho fatto poco
dico
sono felice per lei
ci stringiamo la mano
quasi vorrei abbracciarla
entra una ragazza timida
e bionda
sembra una madonna
si è dimenticata la fotografia
va’ le dico ti aspetto
lo stesso sorriso riconoscente
ho il potere
dietro questa scrivania
di addolcire con un niente.
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