Mia madre Anna, l'idealista |
Due anni fa ho partecipato a un
ritiro spirituale di 5 giorni, in cui alternavamo pratiche di meditazione a pratiche di consapevolezza e passeggiate
silenziose. Il tema del ritiro era “Ritrovare le nostre radici” A guidarlo era
una monaca tedesca residente a Plum Village, la comunità del Maestro e Monaco Zen Thich Nhat Hanh.Abbiamo
fatto alcuni esercizi di scrittura, in un percorso di pacificazione e di
perdono che abbracciava la nostra storia personale e il rapporto con i nostri
genitori, i nostri familiari e i nostri antenati. Un esercizio riguardava il
nostro albero genealogico. E’ stato emozionante vedere sulla carta quante
persone, quante storie, quante vite si sono succedute nel tempo per dare
origine alla nostra: due genitori, quattro nonni, otto bisnonni, sedici trisavoli
e via dicendo. Ma quanto sappiamo di queste vite, di queste storie? Cosa ci
hanno raccontato dei nostri antenati, che cosa ci hanno trasmesso di loro? Non
è stato facile per me dare un nome a tutti, fermandomi agli 8 bisnonni, ma piano
piano, andando a pescare aneddoti, frammenti di storie, curiosità, quelle
figure si sono andate delineando e hanno acquistato una fisionomia benevola,
non più solo collegata a foto con i baffi, in divisa militare, o in abiti da sposa, ma a persone
reali, in carne e ossa, che fanno parte della mia storia e che sono le mie
radici di sangue. Di ognuno di loro, su un foglio
dovevo scrivere, il nome, la professione e qualche caratteristica. E sono
venuti fuori uno a uno, il costruttore venuto dalla Romagna, il poeta, il
pittore, l’infermiere, la sarta, l’operaia alla manifattura tabacchi, l’impiegato,
l’orafo, l’emigrante, il prelato, la contadina, il venditore, la contabile. Le radici, robuste e contorte, che hanno nutrito la mia storia, erano lì su quel foglio e mi hanno
fatto sentire ben radicata alla terra, io che sempre mi sono sentita un
fuscello sbattuto dal vento.
E fra pochi giorni da quelle radici nascerà un
nuovo albero. Sarà un ulivo o una quercia? Un olmo o un pioppo? Non importa,
lo vedremo nel tempo, ma sarà un albero bello, come tutti gli alberi, e anche
lui, a sua volta, darà nuovi frutti, via via, all’infinito, perché la vita,
nonostante ce la mettiamo tutta a calpestarla, a minacciarla, a distruggerla, è più forte e sempre si prende il suo spazio meraviglioso.
Nessun commento:
Posta un commento