mercoledì 21 settembre 2016

IL CORPO DEL DOLORE ( Due Poesie)




Ponza

 Il corpo del dolore

Come tutti i corpi

Si decompone

Non è eterno

Si trasforma

Sfuma

Prepotente all’inizio

Vitale come un neonato

Si nutre famelico

Del tuo latte

Ti prosciuga

Fino a lasciarti spossato

Nella tregua effimera

Di un sogno



Al risveglio

Spilli dappertutto

Retrogusto migrante

D’angoscia

Che non sai collocare

Non nella gola

E neppure nel petto

Forse in una spalla contratta

O nel nodo

Che avviluppa lo stomaco

Ben stretto

Come fagotto in ostaggio



Poi si acquieta

E al suo posto

Una saudade maldestra

Che rende lucidi gli occhi

E i gesti più ampi

Si ritorna alle azioni normali

Con una labile eco

Di fastidiose pendenze



Infine svanisce

Come vento fastidioso che cala

Di nuovo bonaccia

E il mare appena increspato

Invita ad un tuffo di vita

  

Risacca



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Itaca

Un’isola mi potrebbe salvare
Una baia tonda
Un grappolo di case bianche
Gli aranci in fiore
Uno spazio morbido
Di profumi
I portoni sempre aperti
Le vecchie sorridenti sugli scalini
I gatti
I tavolini blu
Le sedie di paglia
Un albero di fico
E forse un platano
Una piazza
La calma del tramonto
Il brusio dell’alba
Il mare dopo un temporale
Color piombo
Io che non sono di mare
Alzarmi presto la mattina
Scrivere
Dopo il pane
E il riposo del sole alto
Al fresco delle lenzuola
Fino a sera
E non sentirmi più straniera
Ovunque
E sola
Ma figlia di qualcuno
Che mi accarezzi
Con le mani  bianche
E mi consoli
Figlia
Non avere paura
Mai più
Ci sono io
















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