Mi hai apparecchiato il tempo
Su una tavola distratta
Di piatti e bicchieri spaiati
Il cibo era buono
Intriso d’avventura
Con picchi speziati di paura
Di notte mi stiravi il letto
Per scaldare le lenzuola
Il vento fischiava
Quello di Maestrale
Nella casa spoglia
Di mobili comprati
E restituiti a rate
Ma non c’era un ordine
Alle cose
Tutto accadeva alla rinfusa
E io per consolarmi
Mi raccontavo filastrocche
Innamorata del vostro amarvi
Con me che vi guardavo
Sentendomi baciata
Dalla sorte
Ho dovuto fare i conti
E restituire gli interessi
A quello strozzino
Che sia chiama Errore
Finalmente in pari
Con gli angoli smussati
A tutto tondo
E pianure di mare
All’orizzonte
Dall’alto controllo le tempeste
Mi sono fatta vedetta
E la mia casa è un faro
foto di Olivia Casari |
Di rendervi felici
Scrivevo poesie
Nei viaggi in
macchina
Vi cantavo sempre
La stessa canzone
francese
A scuola ero la
migliore
Me ne stavo in
silenzio
Ad ascoltare i vostri
eloqui
Con gli occhi lucidi
D’orgoglio
Una bambina buona
A volte vi facevo una
carezza
Per consolare i
vostri affanni
E preparavo le valige
Senza mettere il
superfluo
Vi leggevo il labiale
Quando mentivate
Senza pronunciare
Neanche una parola
Riempivo solerte
Sacchi di sabbia
Per rinforzare gli
argini
Allenata alle
emergenze
Conoscevo in anticipo
i gesti
E adesso
Che la calma mi
inquieta
Trovo un pretesto
Per smuovere le acque
Troppo ferme
Di palude
Non accorgendomi che
invece
Sono di lago calmo
Che non ha bisogno
Di bufere
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