mercoledì 15 luglio 2015

PRESENTE



Presente. Quanti significati  e quante sfumature abbraccia questa parola...


"Presente!" si risponde all’appello in classe, oppure in caserma. Eccomi, sono qui, il nome segnato sulla lista o sul registro corrisponde a una persona reale che risponde, con la propria voce. Presente. Ci sono


Essere presente. A se stessi e a quello che sta succedendo. Esserci, con il corpo, la mente, le parole, i gesti. Non essere distratti, non essere altrove con il pensiero. Non fantasticare, oppure, se lo si fa, esserne consapevoli.



Momento presente. E’ l’unico che abbiamo a disposizione. L’unica unità di tempo reale con la quale confrontarci. Il resto è ricordo o sogno o proiezione, o immaginazione. E, se siamo presenti (vedere punto precedente), è il nostro momento, ricco di significato e unico, prezioso, anche quando è doloroso, perché è un momento della nostra vita che scorre e si manifesta, nella sua impermanenza e perfezione. Ma si può parlare di perfezione quando c’è dolore? Noi il dolore non lo vogliamo, non l’accettiamo. E con il nostro rifiuto, con la nostra resistenza, che ci rende duri, coriacei, crediamo di difenderci; invece così il dolore lo perpetuiamo, lo rendiamo più intenso, lo rendiamo ancora più devastante. Al dolore aggiungiamo sofferenza. E la sofferenza sì, non il dolore, possiamo evitarla.





Presente. Vuol dire anche dono, regalo. E quale dono, oltre ai regali che facciamo nelle più svariate occasioni, è più prezioso della nostra presenza? Con i figli, con gli amici, i nostri familiari... Esserci, a volte in silenzio, ma esserci. Sono qui per te, ti ascolto con il cuore aperto, non ti giudico, ti sostengo con la mia vicinanza discreta, ti faccio un sorriso, una carezza, ti aiuto oppure semplicemente ti resto vicino, ti voglio bene. Questo è il dono più grande, “the present”, che ci possiamo fare gli uni con gli altri. E non  costa niente, anche se è il più ricco dei doni. E ci cambia la vita.

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