Presente. Quanti significati e quante sfumature abbraccia questa parola...
"Presente!" si risponde all’appello
in classe, oppure in caserma. Eccomi, sono qui, il nome segnato sulla lista o
sul registro corrisponde a una persona reale che risponde, con la propria voce.
Presente. Ci sono
Essere presente. A se stessi e a
quello che sta succedendo. Esserci, con il corpo, la mente, le parole, i gesti.
Non essere distratti, non essere altrove con il pensiero. Non fantasticare,
oppure, se lo si fa, esserne consapevoli.
Momento presente. E’ l’unico che
abbiamo a disposizione. L’unica unità di tempo reale con la quale confrontarci.
Il resto è ricordo o sogno o proiezione, o immaginazione. E, se siamo presenti
(vedere punto precedente), è il nostro momento, ricco di significato e unico,
prezioso, anche quando è doloroso, perché è un momento della nostra vita che
scorre e si manifesta, nella sua impermanenza e perfezione. Ma si può parlare
di perfezione quando c’è dolore? Noi il dolore non lo vogliamo, non l’accettiamo.
E con il nostro rifiuto, con la nostra resistenza, che ci rende duri, coriacei,
crediamo di difenderci; invece così il dolore lo perpetuiamo, lo rendiamo
più intenso, lo rendiamo ancora più devastante. Al dolore aggiungiamo
sofferenza. E la sofferenza sì, non il dolore, possiamo evitarla.
Nessun commento:
Posta un commento