lunedì 20 luglio 2015

QUATTRO POESIE




Sui proverbi

Prepararsi al meglio
sono tornate
le mezze stagioni
l’erba del vicino
non è così verde
e moglie e buoi
sono meglio stranieri
figurarsi poi
se una rondine
non è da festeggiare
in tripudio di fiori
nessuna nuova
è brutto segno
e i figli
a volte non sono pezzi di cuore
ma coltelli
verba manent
più di quello che pensiamo
la vita non comincia
a quarant’anni
ma a sessanta
dimentica che devi morire
CARPE DIEM
è l’unico monito che resta.








Un cimitero di parole
appuntamenti
presentazioni
eventi
già passati
e tutto si affastella
nella rete
senza un pescatore svelto
a buttare in mare
scarpe rotte e spaiate
solo un disordine forzato
basterebbe cancellare
quello che non serve
avere il coraggio di gettare
il vecchio
prima che diventi
un fantasma senza voce
a tirarti per i piedi
nel tuo letto.











2012

E se come nel film piovessero rane?
Dovremmo arrenderci al mistero
e  ridere a squarciagola
ordine invertito finalmente
nessuna certezza
e questo ci renderebbe
curiosi e sereni
forse sbarcheranno gli alieni
faremo amicizia
e impareremo l’astronomia
l’anno della fine del mondo
sarà l’anno della trasformazione
tutti in fila a ricevere abbracci
tutti a coltivare il proprio orto
le città diventeranno giardini
e nei cortili la sera
i grandi leggeranno poesie
e fiabe i bambini.





Oblio

Adesso ti chiamo

“Hai riposato?”

“No con questo caldo”

“Bevi, mi raccomando

e bagnati la fronte”

parole semplici

briciole di pane

tenerezza accorta

che diventa pianto

perchè il tempo non dà scampo

e questo tu lo sai

e me lo dici con gli occhi

appena un po’ velati

di rimpianto



è come se il calendario

si fosse imbizzarrito

giorni e mesi stravolti

in un disordine improvviso

e a pensarci bene anche le annate



oblio consapevole

due parole per dire

che cerco di non pensarti

troppo è lo strazio

e vivo ogni momento

come se tu ci fossi

so che ci sei ma dove?

fammi un cenno

sussurrami alle spalle

sostienimi

fammi una smorfia buffa

ridi  forte

per una cosa stupida

fumati pure una sigaretta

non mi disturba più adesso

ma fatti viva

riprendi a lamentarti

affacciati ogni mattina

a quella casa rosa

preparati la cena

salutami con quel sorriso triste

ritorna.




































































































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